07.05.2018
Rebecca Mörgen & Prof. Dr. Peter Rieker, Istituto di scienze dell'educazione, UZH
Negli ultimi anni le questioni relative alla partecipazione e al potere codecisionale dei bambini e dei giovani nei loro ambiti d'azione quotidiani hanno ricevuto un'attenzione sempre maggiore. Di conseguenza, negli ultimi anni a livello comunale sono stati creati sempre più comitati di partecipazione che permettono a bambini e giovani di familiarizzare con i processi democratici, metterli in pratica e in cui possono svolgere un ruolo attivo.
Nelle società costituite democraticamente si ritiene auspicabile coinvolgere le cittadine e i cittadini nelle questioni e nei processi decisionali che li riguardano. Ciò presuppone la possibilità di accesso alle risorse sociali e agli spazi pubblici, nonché la capacità di partecipare alla politica e alla società. In questo contesto, le questioni della partecipazione e del potere codecisionale dei bambini e dei giovani nei loro ambiti d'azione quotidiani hanno ricevuto un'attenzione crescente negli ultimi anni. Si spera che ciò consenta non solo di tener maggiormente conto dei desideri e delle esigenze dei giovani, ma anche dell’attitudine a una partecipazione democratica in una fase precoce. Di conseguenza negli ultimi anni, a livello comunale sono stati creati sempre più comitati di partecipazione che permettono a bambini e giovani di familiarizzare con i processi democratici, metterli in pratica e in cui possono svolgere un ruolo attivo. Al contempo, nei campi d'azione pedagogici si deve sempre tener conto del fatto che i processi di partecipazione sono caratterizzati da rapporti di disuguaglianza tra adulti, bambini e giovani: ciò può creare sfide, ma anche opportunità. Questo fatto diventa evidente soprattutto quando i bambini e gli adolescenti sono coinvolti nei processi elaborativi e decisionali relativi alle questioni che li riguardano.
Qui di seguito rivolgeremo la nostra attenzione alla questione della partecipazione dei bambini nel contesto comunale: in particolare, si vogliono trattare le attività dei Consigli dei bambini e del lavoro aperto di quartiere. Le argomentazioni si basano su un’analisi della partecipazione dei bambini e dei giovani in Svizzera condotta tra il 2012 e il 2014 dall’Istituto di scienze dell'educazione dell'Università di Zurigo per conto di UNICEF Svizzera [1].
Le possibilità nell’ambito del potere codecisionale e la questione della strutturazione da parte degli adulti
Il vivere in prima persona le opportunità di partecipazione e decisione è evidente soprattutto nei contesti locali. Melanie riferisce di un evento che ha organizzato nell’ambito del Consiglio dei bambini:
E poi ci è venuta l'idea di questo evento e, in seguito, servendoci di un brainstorming, abbiamo dapprima pensato al Consiglio dei bambini, a quali fossero i possibili ostacoli, a dove potevamo organizzare questo progetto, a quanti bambini avrebbero dovuto partecipare, a quanti e quali workshop prendere parte. Sì. […]. In seguito, abbiamo deciso chi si sarebbe occupato di quale workshop. Abbiamo anche preparato una tabella di marcia indicandovi gli orari delle pause e così via, nonché un elenco di materiali che ci servivano per i vari incarichi. (Melanie, 12 anni)
In questa descrizione la narratrice dà l’impressione di essere una co-organizzatrice competente e attiva di un evento che ha contribuito a programmare. Benché questa spiegazione mostri una struttura pensata da adulti, i bambini hanno comunque e chiaramente un ruolo principale. Il ruolo strutturante di un addetto alla parte socio-educativa che guida il Consiglio dei bambini nel comune diviene esplicito solo nelle descrizioni della sua amica Sabrina, che racconta che l'«idea principale» è dello specialista, ma che «noi potevamo decidere se eravamo d'accordo» (Sabrina). Tuttavia, va anche sottolineato che a volte questi processi di partecipazione presuppongono vari prerequisiti, prevedono una grande responsabilità e possono anche trasformarsi in un compito per cui non si è sufficientemente preparati: ad esempio, nel caso in cui si debba prendere una decisione importante in un breve lasso di tempo. In questo contesto, la strutturazione, le istruzioni e le decisioni da parte degli adulti si rivelano utili e sgravanti. Ai grandi viene attribuita un'importanza centrale, anche se non è sempre chiaro in che misura i bambini li percepiscano come persone che mettono in discussione la loro partecipazione attiva ai processi decisionali. Gli adulti vengono percepiti in modo meno ambivalente quando non si tratta di organizzare processi di partecipazione sotto forma di comitati per i quali sono responsabili gli specialisti dell'educazione: qui si parla piuttosto di piccoli progetti che i bambini realizzano, ad esempio, nel contesto del lavoro di quartiere.
Ho organizzato una festa in cui tutti indossavamo cappelli con Adelina, Layla e Dinorah. Abbiamo chiesto ad Amelie: possiamo organizzare qualcosa? Lei ha detto di sì. Poi noi abbiamo spiegato semplicemente di che cosa si tratta e abbiamo fatto una lista, una lunga lista con le settimane, per vedere quanto tempo avevamo. Certe cose le facciamo e basta. (Daniel, 10 anni)
Qui viene descritto un processo di pianificazione, decisione e realizzazione in gran parte attuato in modo indipendente dai bambini e in cui i bambini si considerano come coloro che hanno l'autorità decisionale, mentre gli adulti hanno semplicemente la funzione degli assistenti che devono, per esempio, garantire la fornitura delle risorse necessarie.
Nel complesso, la partecipazione dei bambini e dei giovani a livello comunale sembra essere caratterizzata da aspetti contraddittori. Da un lato, i bambini si cimentano in questi contesti come attori con potere codecisionale progettando e realizzando i propri progetti. Quindi, hanno la possibilità di sperimentare l'auto-efficacia e l'aumento delle proprie competenze. Dall’altro, alcuni di loro percepiscono che i professionisti pedagogici non si limitano ad assistere, ma assumono un ruolo strutturante e si sforzano di trasmettere conoscenze, competenze ed esperienze. Un equilibrio adeguato tra questi aspetti sembra essere particolarmente importante per evitare che i bambini e i giovani si sentano demotivati e delusi, e che crescendo s’impegnino sempre meno.
[1] Rieker, P./Mörgen, R./Schnitzer, A./Stroezel, H. (2016): Partizipation von Kindern und Jugendlichen. Formen, Bedingungen und Möglichkeiten der Mitwirkung und Mitbestimmung in der Schweiz ((Partecipazione dei bambini e giovani. Forme, condizioni e possibilità di una partecipazione e potere codecisionale in Svizzera)). Wiesbaden: Springer VS.
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