In caso di grave penuria di energia elettrica, in Svizzera le centrali di riserva sono destinate a colmare una lacuna nell’approvvigionamento. Tuttavia, l’ACS è critica nei confronti del progetto di «Ordinanza sull’esercizio delle centrali di riserva per la produzione di energia elettrica destinata al mercato in caso di grave penuria» proposto dal Consiglio federale.
È quanto scrive l’ACS in una presa di posizione in merito al progetto di ordinanza. Il 9 giugno 2024 l’elettorato ha accolto a una chiara maggioranza il progetto per un approvvigionamento elettrico sicuro, che pone l’accento sull’espansione delle energie rinnovabili e sulle misure volontarie di risparmio energetico volte a garantire in via prioritaria la sicurezza dell’approvvigionamento.
Oltre a essere costose da utilizzare, le centrali di riserva alimentate con combustibili fossili hanno impatti significativi sui comuni interessati, sui loro abitanti e sull’ambiente. L’ACS chiede pertanto che l’ordinanza miri a ridurre al minimo gli impatti ecologici e sociali. Secondo l’Associazione, nell’attuale progetto manca un limite temporale, sia per quanto riguarda l’impiego delle centrali di riserva sia in termini di durata di validità dell’ordinanza stessa. L’ACS non apprezza inoltre la disposizione del progetto di ordinanza secondo cui le centrali di riserva devono essere trasformate in modo da essere conformi alla legislazione vigente in materia ambientale entro la fine del 2026.
Alla presa di posizione (in francese)